il progetto LIT
Perché chiamare il mio progetto LIT?
LIT tradotto dall'inglese vuol dire “ illuminato, acceso” e vorrei illuminare tutto quello che rimane nascosto, portare alla luce ancora tanti ricordi e storie dei nostri paesi.
LIT mi ricorda la rock band alternativa americana che ha allietato le ore liete della mia, ahimè lontana, adolescenza (e una cotta mostruosa per A. Jay Popoff il cantante...love love love)
Ma soprattutto con l’acronimo LIT ho voluto ricordare la frase “LASCIAMI IL TORSOLO”.
Un saggio signore di Cegni, piccolo paese arroccato sull'Appennino Pavese in cui risiedono le mie origini, mi raccontò la storia di quando da bambini si contendevano il torsolo di una mela, questa memoria apparentemente distante nel tempo mi ha toccata al punto di chiamare così il mio progetto perchè questo è lo scopo, salvare quello che rischiamo di perdere.
Pensiamo di paragonare una mela al mercato dell’editoria per l’infanzia ( lo ammetto ci vuole una buona dose di immaginazione, ma proviamoci) noi di LIT, con i nostri racconti fantastici dell’Alta Valle Staffora, per adesso non ci abbuffiamo del golosissimo frutto. Il nostro è un lavoro lungo e pieno di avversità, non vorremmo mai fare indigestione con una mela non ancora matura.
Però di quella mela buona vorremmo quanto meno il torsolo, anzi lo pretendiamo l’ultimo boccone, quello meno abbondante ma altrettanto saporito. Per i nostri racconti fantastici ambiamo a quel riconoscimento culturale che si meritano, le storie dell’Alta Valle Staffora sono dei veri e propri beni immateriali del Territorio.
Sono storie antiche che come vuole la tradizione orale, venivano raccontate rigorosamente in dialetto la sera dopo cena e a quel tempo erano l’unico momento di intrattenimento per i bambini. Le favole narrano proprio di personaggi che vivono a Cegni e nell'Alta Valle Staffora, tra avventure e disavventure fantastiche, piccole e grandi imprese magari surreali, ma con la classica morale educativa alla fine della storia.
Questo progetto è partito con le storie di Cegni perchè erano i racconti che avevo immediatamente a portata di mano, la mia intenzione però è di andare avanti raccogliendo favole anche da altri paesi della Valle Staffora.
La cosa veramente curiosa e bizzarra è che alcune storie sono molto simili tra i vari paesi. Cambiano nomi e ambientazioni, ma trama e morale rimangono sostanzialmente le stesse, confermando così la tradizione popolare di queste storie. Sarebbe interessante censire questi racconti dall’Alta Valle fino alla pianura.
Una volta ultimate tutte le storie di Cegni, mi piacerebbe registrare come traccia audio la loro lettura, sia in italiano, sia in dialetto, per avere una sorta di audiolibro che oltre a salvare le storie in sè, salverebbe anche la tradizione dialettale.
Picoedizioni perchè la tiratura dei libretti è molto molto molto piccola. Il prefisso "pico" si associa a qualsiasi unità misura per esprimerla con il fattore 10−12 , ovvero un milionesimo di milionesimo. Questo è quello che siamo nel mondo delle edizioni, ma il torsolo lo vogliamo.
CHI SONO
Sono Valentina Balma, in seguito ai miei studi scientifici, nel 2006 inizio il mio percorso in ambito artistico.
Ho frequentato la scuola Internazionale di Comics di Brescia diplomandomi in Animazione 2D e 3D.
Da ormai alcuni anni mi occupo di illustrazione e piccoli cartoni animati. Nel 2018, dopo alcuni lavori su commissione, ho sentito l’esigenza di produrre qualcosa che fosse tutto mio.
Da qui il primo lavoro “ LA PUSSA DEL BOIBA MUCETTO”, poi il “CAGNOLINO DI SAN GIACOMO” , “LA VOLPE E IL LUPO ALLA CASA DEL CHIODO” e per ultimo "IL CECE" . Attualmente sto lavorando al quinto libretto "I RACCONTI DEL TERRORE DELLA CARULON ... e altri miti e misteri".
Nel 2019 ho creato LIT picoedizioni.
Attualmente vivo a Milano dove alterno lavori di illustrazione a clip di animazione.